ATTIVITA' DI RESTAURO DI OPERE D'ARTE
1) Nell'ambito di una costante ed incessante opera di tutela e recupero del patrimonio storico e culturale della Val Maira che ci vede da sempre impegnati e che coinvolge tutte le attività associative, segnaliamo l'iniziativa di seguito dettagliata.
Nella seconda settimana di giugno 2010, dopo un intervento conservativo di restauro di due anni a cura dell'Istituto "Amleto Bertoni" di Saluzzo (CN), sono stati consegnati alla comunità parrocchiale di appartenenza in Val Maira, i seguenti arredi lignei: candelabri, crocifissi ed oggetti settecenteschi di carattere religioso.
Il restauro di tali arredi è stato avviato grazie al contributo di Yves Leblanc, musicista e cantautore bretone, e dei partecipanti al fest-noz di Torino 2008.
Con questa consegna, l'Associazione Culturale "Escarton" ha ultimato il recupero completo degli arredi della parrocchia, poiché negli ultimi cinque anni sono stati restaurati anche una pala d'altare seicentesca e due tele ottocentesche.
Nel mese di agosto 2010, la Diocesi di Saluzzo ha segnalato all'associazione "Escarton" la necessità di restaurare un dipinto a olio su tela, di ottima qualità pittorica, a carattere sacro.
Si ritiene che si tratti di un dipinto della metà del XVII secolo, di ambito culturale franco-piemontese, proveniente da una cappella dell'Alta Val Maira. Il pessimo stato di conservazione del dipinto, che non è mai stato rimosso dal telaio originale, richiede un'urgente opera di restauro.
A tale fine l'Associazione si è già attivata per rendere possibile l'intervento nel corso del 2011.
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COMPLESSO GNOMONICO DEI CAPPUCCINI DI DRONERO
DESCRIZIONE DELLE DEMARCAZIONI
Le demarcazioni riportate sui quadranti recuperati esprimono generalmente 4 funzioni gnomoniche: le ore italiche , le ore alla francese , il calendario stagionale e la linea meridiana.
Quest'ultima non è mai stata tracciata sul quadrante del 1731 per ragioni progettuali ed è andata persa sul quadrante del 1629 a causa dell'ampliamento della finestra che ha portato ad una parziale distruzione dello strumento, si noti che manca la porzione inferiore destra del quadro.
L'orologio ad ore Italiche utilizza un sistema orario concettualmente diverso da quello attuale perché suddivide, sì, il giorno in 24 ore, ma non a partire dalla mezzanotte, bensì a partire dal tramonto. Esso indica pertanto quante ore di luce mancano al calar del sole, corrispondente all'ora XXIV. Se per esempio l'estremo dell'ombra tocca la linea dell'ora XVIII, ciò significa che, indipendentemente dalla stagione, sono trascorse 18 ore dal tramonto di ieri e restano 6 ore fino al prossimo tramonto, alla fine della giornata. Ricordiamo che tale sistema era comunemente utilizzato per organizzare tutte le attività umane in un'epoca priva d'illuminazione artificiale (dal medio evo fino all'800).
L'orologio ad ore ASTRONOMICHE o FRANCESI precorre il sistema attuale dividendo il giorno in 24 ore a partire dalla mezzanotte, precisamente in 12 ore antimeridiane, da mezzanotte a mezzogiorno e 12 ore pomeridiane, da mezzogiorno a mezzanotte.
La prima differenza sostanziale di questo sistema orario rispetto a quello corrente (ora media del fuso) è che è riferito alla reale longitudine del luogo per cui è stato progettato il quadrante.
Per comprendere meglio questo aspetto valutiamo ora la prossima funzione: la meridiana.
La MERIDIANA è costituita dalla freccia rossa a piombo, proiezione del meridiano principale celeste; qui visibile nel quadrante sull'abside della chiesa.
Essa indica il mezzogiorno vero locale, cioè la culminazione del sole a sud di Dronero ("mezzo giorno" significa letteralmente che tante ore di luce sono trascorse dal sorgere del sole quante ne devono ancora passare fino al tramonto).
Il "mezzogiorno" dei nostri comuni orologi, le 12:00:00 ora media del fuso, è sincronizzato convenzionalmente su di un intero territorio politico ed è riferito alla longitudine di un luogo rappresentativo: l'Italia utilizza l'ora del fuso dell'Europa Centrale, che è riferita all'Osservatorio di Gorlitz ovvero al Monte Etna, su cui passa il meridiano 15° a est di Greenwich.
Ciò significa dunque che alle ore 12:00:00 il sole culmina sull'Etna, ma per arrivare realmente a Dronero impiega ancora circa mezz'ora (30 minuti e 34 secondi).
Fino alla fine del XIX secolo la linea Meridiana forniva il segnale orario.
Impropriamente il termine viene spesso utilizzato per indicare quelli che generalmente sono orologi solari o quadranti solari.
Il Calendario Stagionale è costituito dalla retta equinoziale (trasversale ed obliqua) e dalle due iperboli solstiziali (definite in questo caso dagli estremi delle linee orarie), proiezioni rispettivamente dell'Equatore e dei due Tropici Celesti. Le demarcazioni di questo tipo sono dette diurne poiché descrivono l'andamento dell'ombra durante un giorno specifico dell'anno. La prima viene percorsa dall'estremo dell'ombra il 21 marzo ed il 23 settembre, e per ciò è solitamente contrassegnata dai segni zodiacali di Ariete e di Bilancia. Le seconde vengono percorse dall'estremo dell'ombra il 21 giugno ed il 21 dicembre e sono solitamente contrassegnate dai segni zodiacali di Cancro e Capricorno.
Queste 3 linee determinano dunque 4 fasce stagionali (2 in salita e 2 in discesa), in cui può venire a trovarsi l'estremo dell'ombra nella sua escursione diurna annuale: quelle verso lo gnomone corrispondono all'autunno ed all'inverno, mentre le più distanti dallo gnomone, opposte alla equinoziale, alla primavera ed all'estate.
Si noti che il quadrante seicentesco non riporta i simboli zodiacali mentre quello del 1731 ha la caratteristica di avere simboli molto grandi e, in corrispondenza della linea equinoziale Ariete e Bilancia sono sovrapposti uno sull'altro. Questa rappresentazione è caratteristica dell'autore di questo strumento e lo si ritrova su tutte le sue opere presenti ad esempio a Saluzzo, Polonghera e Moncalieri. Un altro elemento caratterizzante questo autore è il monogramma, probabilmente la sua firma, "I.F.R.A.", qui riportato in basso a sinistra.
Il TEMPO VERO, detto anche "solare", è riferito alla posizione del sole, così come il "giorno solare" corrisponde all'intervallo di tempo intercorso tra due culminazioni successive del sole su uno stesso meridiano. Il Tempo Vero, per motivi astronomici, non è costante, cioè i "giorni solari" durante l'anno presentano variazioni cicliche.