Gnomonica
I quadranti solari - comunemente chiamati meridiane e in occitano soularies - sono strumenti astronomici utilizzati di norma nel passato per leggervi l'ora tramite l'ombra proiettata dal sole di uno stilo detto gnomone. Per questo motivo, trattandosi spesso di pregevoli manufatti artistici dalla particolare valenza simbolica, l'arte di costruirli è chiamata gnomonica. Tutti gli strumenti utilizzano come generatore d'ombra un ortostilo, ovvero un'asta posta perpendicolarmente alla parete. Per poter leggere correttamente strumenti che utilizzano questo tipo di stilo bisogna ricordare che la lettura non deve essere riferita alla direzione dell'ombra, ma al punto in cui si trova l'estremo di questa. Questo punto, detto anche indice, permette di identificare oltre che le ore anche la data stagionale.
Leggi tutto
COMPLESSO GNOMONICO DEI CAPPUCCINI DI DRONERO
DESCRIZIONE DELLE DEMARCAZIONI
Le demarcazioni riportate sui quadranti recuperati esprimono generalmente 4 funzioni gnomoniche: le ore italiche , le ore alla francese , il calendario stagionale e la linea meridiana.
Quest'ultima non è mai stata tracciata sul quadrante del 1731 per ragioni progettuali ed è andata persa sul quadrante del 1629 a causa dell'ampliamento della finestra che ha portato ad una parziale distruzione dello strumento, si noti che manca la porzione inferiore destra del quadro.
L'orologio ad ore Italiche utilizza un sistema orario concettualmente diverso da quello attuale perché suddivide, sì, il giorno in 24 ore, ma non a partire dalla mezzanotte, bensì a partire dal tramonto. Esso indica pertanto quante ore di luce mancano al calar del sole, corrispondente all'ora XXIV. Se per esempio l'estremo dell'ombra tocca la linea dell'ora XVIII, ciò significa che, indipendentemente dalla stagione, sono trascorse 18 ore dal tramonto di ieri e restano 6 ore fino al prossimo tramonto, alla fine della giornata. Ricordiamo che tale sistema era comunemente utilizzato per organizzare tutte le attività umane in un'epoca priva d'illuminazione artificiale (dal medio evo fino all'800).
L'orologio ad ore ASTRONOMICHE o FRANCESI precorre il sistema attuale dividendo il giorno in 24 ore a partire dalla mezzanotte, precisamente in 12 ore antimeridiane, da mezzanotte a mezzogiorno e 12 ore pomeridiane, da mezzogiorno a mezzanotte.
La prima differenza sostanziale di questo sistema orario rispetto a quello corrente (ora media del fuso) è che è riferito alla reale longitudine del luogo per cui è stato progettato il quadrante.
Per comprendere meglio questo aspetto valutiamo ora la prossima funzione: la meridiana.
La MERIDIANA è costituita dalla freccia rossa a piombo, proiezione del meridiano principale celeste; qui visibile nel quadrante sull'abside della chiesa.
Essa indica il mezzogiorno vero locale, cioè la culminazione del sole a sud di Dronero ("mezzo giorno" significa letteralmente che tante ore di luce sono trascorse dal sorgere del sole quante ne devono ancora passare fino al tramonto).
Il "mezzogiorno" dei nostri comuni orologi, le 12:00:00 ora media del fuso, è sincronizzato convenzionalmente su di un intero territorio politico ed è riferito alla longitudine di un luogo rappresentativo: l'Italia utilizza l'ora del fuso dell'Europa Centrale, che è riferita all'Osservatorio di Gorlitz ovvero al Monte Etna, su cui passa il meridiano 15° a est di Greenwich.
Ciò significa dunque che alle ore 12:00:00 il sole culmina sull'Etna, ma per arrivare realmente a Dronero impiega ancora circa mezz'ora (30 minuti e 34 secondi).
Fino alla fine del XIX secolo la linea Meridiana forniva il segnale orario.
Impropriamente il termine viene spesso utilizzato per indicare quelli che generalmente sono orologi solari o quadranti solari.
Il Calendario Stagionale è costituito dalla retta equinoziale (trasversale ed obliqua) e dalle due iperboli solstiziali (definite in questo caso dagli estremi delle linee orarie), proiezioni rispettivamente dell'Equatore e dei due Tropici Celesti. Le demarcazioni di questo tipo sono dette diurne poiché descrivono l'andamento dell'ombra durante un giorno specifico dell'anno. La prima viene percorsa dall'estremo dell'ombra il 21 marzo ed il 23 settembre, e per ciò è solitamente contrassegnata dai segni zodiacali di Ariete e di Bilancia. Le seconde vengono percorse dall'estremo dell'ombra il 21 giugno ed il 21 dicembre e sono solitamente contrassegnate dai segni zodiacali di Cancro e Capricorno.
Queste 3 linee determinano dunque 4 fasce stagionali (2 in salita e 2 in discesa), in cui può venire a trovarsi l'estremo dell'ombra nella sua escursione diurna annuale: quelle verso lo gnomone corrispondono all'autunno ed all'inverno, mentre le più distanti dallo gnomone, opposte alla equinoziale, alla primavera ed all'estate.
Si noti che il quadrante seicentesco non riporta i simboli zodiacali mentre quello del 1731 ha la caratteristica di avere simboli molto grandi e, in corrispondenza della linea equinoziale Ariete e Bilancia sono sovrapposti uno sull'altro. Questa rappresentazione è caratteristica dell'autore di questo strumento e lo si ritrova su tutte le sue opere presenti ad esempio a Saluzzo, Polonghera e Moncalieri. Un altro elemento caratterizzante questo autore è il monogramma, probabilmente la sua firma, "I.F.R.A.", qui riportato in basso a sinistra.
Il TEMPO VERO, detto anche "solare", è riferito alla posizione del sole, così come il "giorno solare" corrisponde all'intervallo di tempo intercorso tra due culminazioni successive del sole su uno stesso meridiano. Il Tempo Vero, per motivi astronomici, non è costante, cioè i "giorni solari" durante l'anno presentano variazioni cicliche.
Meridiane d'Oc
L'Associazione Culturale Escarton ha ideato ed avviato nel corso del 2008 il progetto "Meridiane d'Oc", finalizzato al censimento, restauro, ripristino funzionale ed alla creazione di un circuito tematico turistico per la valorizzazione dei quadranti solari presenti sul territorio della Valle Maira.''
Leggi tutto
Questo progetto è teso a riunire gli elementi culturali e le forme artistiche presenti sul campo, dalle opere pittoriche murali dei pittori itineranti, manifestazione della devozione popolare, all'architettura religiosa, alle case di montagna dalle severe facciate in pietra, tutto sotto la "guida" della nostra stella: il Sole.
Le meridiane, gli orologi solari e tutto ciò che è parte dell'arte e della scienza gnomonica si legano strettamente alla storia dell'uomo e del suo ambiente attraverso secoli di storia.
Non c'è chiesa, borgo di montagna, città, cascina della piana che non abbia un quadrante solare, unico strumento tecnico che potesse regolare la vita della gente, talvolta abbellito da orpelli, motti, raffigurazioni.
Non c'è struttura architettonica, specie antica, che non tenga conto dell' influenza del Sole sulla vita del luogo, così come non c'è struttura religiosa antica che non sia orientata astronomicamente.
Tutto girava con il Sole, anche la regolazione degli antichi orologi meccanici, di cui stiamo perdendo sempre più memoria: non c'era orologio che battesse il mezzogiorno senza una meridiana per verificarne l'esattezza; solo nel 1925 l'ora fu diffusa sul territorio attraverso l'etere, decretando ufficialmente la fine delle meridiane come strumento utile a tal fine.
Da tutto ciò nasce lo spirito di questo progetto, ovvero quello di sfruttare la gnomonica per unire con un unico filo conduttore la laboriosità delle nostre genti, la devozione popolare, la scienza del cielo.
Come le ore regolavano la vita della gente, noi recuperiamo il "tempo silenzioso" per parlare del nostro territorio.
Il recupero dei quadranti solari della Chiesa di San Massimo di Marmora, del complesso gnomonico dell'ex convento dei Cappuccini a Dronero, del campanile romanico della chiesa di Sant'Antonio e sull'antica scuola a San Damiano Macra in Borgata Chiesa di Pagliero, sulla Chiesa di San Michele Arcangelo di San Michele di Prazzo, sull'antica chiesa parrocchiale di borgata Albaretto di Macra, sulla casa Canonica di Canosio, sulla chiesa parrocchiale della Borgata Paglieres di San Damiano Macra e, per ultimo, il complesso gnomonico della Chiesa Parrocchiale di Cartignano, ci ha permesso di offrire il nostro contributo nel far riscoprire al pubblico le chiese ed i loro tesori e nello stesso tempo di far assaporare le bellezze naturali, storiche e artistiche della Valle Maira.
Vorremmo renderVi partecipi dello spirito con cui stiamo cercando di salvare e valorizzare il nostro patrimonio, di sensibilizzarVi sull'importanza della conservazione di manufatti che hanno, si può ben dire, segnato la loro epoca.